La pace
«Cerchiamo di vivere in pace,
qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle,
la nostra lingua e le nostre tradizioni.
Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze.
Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione,
la peggiore delle quali è la guerra».
Margherita Hack,
astrofisica, divulgatrice scientifica, attivista sociale e politica italiana,
(Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013).
Sta per terminare un altro anno insanguinato da numerosi conflitti bellici.
Le tensioni internazionali sono sempre frementi:
sfruttamento, violenza, efferatezza, terrorismo, distruzione, carneficina, odio, sfida, vendetta, lacerazione e sofferenza, sono costantemente in agguato.
Gli squilibri mondiali generati da ingiustizie sono palesi e il pullulare di guerre priva il normale sviluppo sociale, economico e culturale tra le nazioni.
La pace è una condizione sociale, relazionale e politica, caratterizzata dalla presenza di condivisa concordia e contestuale assenza di contrasti e scontri armati;
la pace è anche una condizione personale interiore, psicologica o spirituale:
quando siamo in pace con noi stessi, accettando limiti e difetti, conseguiamo un’eccellente armonia con tutto ciò che ci circonda.
«Che vale gridare viva la pace se poi non facciamo niente contro la guerra?», afferma l’umanista e filantropo svizzero Jean Henri Dunant1;
offriamo, dunque, il nostro umile e modesto contributo, minuscolo tassello nel grande mosaico del variegato mondo, promuovendo pace nei nostri ambienti vitali:
«Il nostro unico obbligo morale è quello di dissodare vaste radure di pace in noi stessi, e di estenderle a poco a poco, finché questa pace non si diffonderà verso gli altri. Più pace ci sarà negli esseri, più ce ne sarà in questo mondo in fermento», scrive in un Diario Esther Hillesum2, giovane ebrea olandese uccisa in un lager, ad Auschwitz, non ancora trentenne.
L’arte pittorica, seppure più ricca di capolavori che descrivono l’infausto tema della guerra, ha generato numerose opere pittoriche osannante la pace.
Il connubio tra arte e complessa allegoria politica risplende nell’incantevole dipinto a olio su tela dell’artista olandese Peter Paul Rubens3, Minerva protegge la Pace da Marte (Pace e Guerra)4.
In questa strabiliante opera barocca, realizzata tra il 1629 e il 1630, la pace è mirabilmente celebrata attraverso la duplice mitologia classica, greca e romana5:
Minerva, divinità della saggezza e lealtà in lotta, dalle sue spalle allontana Marte, dio della guerra e dei duelli, e la Furia Alecto, simbolo della natura distruttiva, mentre innanzi a loro è presente Eirene o Irene, nuda dea della Pace, identificata anche con Cerere, divinità della terra e della fertilità, raffigurata al centro, mentre allatta Pluto, dio della ricchezza. Un putto e un satiro, dinanzi ai suoi piedi, distribuiscono i frutti della pace alle generazioni future, impersonate da un gruppo di fanciulli. Imene, divinità protettrice del matrimonio, incorona la bambina più grande, in primo piano, mentre, in secondo piano, Mercurio, messaggero e protettore delle negoziazioni, adagia una corona d’ulivo sul capo della Pace.
Il messaggio che traspare da questo quadro di 208 x 298 cm, sovrabbondante di personaggi, è di straordinaria chiarezza:
rifiutando la guerra e scegliendo la pace sono assicurate prosperità e ricchezza nel presente e, soprattutto, nel futuro.
L’idealismo e la fiducia nel potere trasformativo della musica, eccelso mezzo divulgativo d’importanti messaggi, sono racchiusi in queste due bellissime frasi sulla pace dei cantautori James Marshall Hendrix6, «Quando il potere dell’amore supererà l’amore per il potere il mondo potrà scoprire la pace», e di John Winston Lennon7, «Tutto quello che stiamo dicendo... è di dare una possibilità alla pace».
Nelle nostre Chiese cattoliche, con gioiosa esultanza, cantiamo e suoniamo, a volte con l’accompagnamento percussivo ritmico del battito delle mani, Pace a te8, con il testo e la musica di Marcello Giombini9:
«Pace a te, fratello mio… / Pace a te, sorella mia… / pace a tutti gli uomini di buona volontà!
Pace nella scuola e nella fabbrica / nella politica e nello sport… / pace in famiglia, pace in automobile, / pace nella Chiesa».
Per gli ebrei, nostri fratelli maggiori nella fede10, la parola pace è shalom, che significa anche completezza o prosperità, ossia pienezza di bene.
Shalom è utilizzata in tutte le parti del discorso come sostantivo, aggettivo, verbo, avverbio e interiezione, oltre che in una gamma di locuzioni e contesti del parlare e scrivere:
«Shalom aleichem», ad esempio, indica pace e bene siano con te o, semplicemente, stammi bene e sono anche usate come saluto, ciao, salve o arrivederci;
«Evenu shalom alehem / Evenu shalom alehem / Evenu shalom alehem / Evenu shalom, shalom, shalom alehem» è il ritornello di un altro canto cattolico, cui seguono quattro strofe rispettivamente in italiano, inglese, francese e spagnolo. Il testo, scritto dallo spagnolo Francisco José Gómez Argüello Wirtz11 per il Cammino Neocatecumenale, è basato su una canzone popolare ebraica. Il titolo, che nella trascrizione corretta è Hevenu shalom alekhem [הבנו שלום עליחם] o aleihem, alekhem, alekhe, deriva dall’antichissimo saluto ebraico la pace sia con voi, letteralmente portiamo pace su di voi, espressione che risale alla lingua aramaica parlata da Gesù.
Il termine «Shalom» è anche impiegato per indicare il nome di Dio, persone, organizzazioni, sinagoghe, strutture ed eventi.
Anche per noi cristiani uno dei nomi di Dio è proprio Principe della pace (Is 9,5) e il tradizionale saluto che contraddistingue la grande famiglia francescana è «Pace e bene», derivato da emozioni, desideri umani e spirituali all’inizio della conversione di san Francesco d’Assisi12, uomo e strumento di pace.
Il saluto francescano è una profonda esortazione a testimoniare con la nostra umile vita i valori infiniti della pace, affinché «Amore e verità s’incontreranno, / giustizia e pace si baceranno» (Sal 85,11).
È così che, vigorosamente e all’unisono, può risuonare la voce angelica dell’esercito celeste:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli / e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14), ricordandoci che Gesù, venuto tra noi, amorevolmente ci dona la sua pace (cfr. Gv 14,27) ed «è la nostra pace» (Ef 2,14) assoluta.
Ruvo del Monte, 29 dicembre 2024.
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1 Jean Henri Dunant, più noto come Henry Dunant, (Ginevra, 8 maggio 1828 – Heiden, 30 ottobre 1910), è un imprenditore, umanista e filantropo svizzero. Ideatore della Croce Rossa Internazionale, premio Nobel per la pace nel 1901, primo anno in cui a Oslo è assegnato questo prestigioso riconoscimento.
2 Esther Hillesum, detta Etty, (Middelburg, 15 gennaio 1914 – Auschwitz, 30 novembre 1943), è una scrittrice olandese ebrea, vittima dell’Olocausto.
3 Peter Paul Rubens, (Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640), è un pittore fiammingo.
4 L’opera pittorica Minerva protegge la Pace da Marte (Pace e Gurra), 208 x 298 cm, è custodito nella National Gallery di Londra, ubicata a Trafalgar Square, fondata nel 1824.
5 La mitologia greca precede quella romana di oltre mille anni.
6 James Marshall, “Jimi”, Hendrix, alla nascita Johnny Allen Hendrix, (Seattle, 27 novembre 1942 – Londra, 18 settembre 1970), è un chitarrista e cantautore statunitense.
7 John Winston Ono Lennon, alla nascita John Winston Lennon, (Liverpool, 9 ottobre 1940 – New York, 8 dicembre 1980), è un cantautore, polistrumentista e attivista britannico.
8 Il canto liturgico Pace a te è inciso nel lato B dell’album musicale in studio Camminiamo nella speranza di Marcello Giombini, è pubblicato da Edizioni Fonografiche e Musicali Pro Civitate Christiana ed è registrato negli studi Iternational Recordin di Roma nel 1970. La raccolta di canti per le messe nel tempo di Pasqua è interpretata dal gruppo beat Clan Alleluia, con le voci soliste di Ernesto Brancucci, Alessandro Colavicchi e Mario Dalmazzo.
9 Marcello Giombini, (Roma, 8 luglio 1928 – Assisi, 12 dicembre 2003), è un compositore e organista italiano.
10 La religione ebraica è tra le più antiche confessioni monoteistiche, dalla quale ha origine anche il cristianesimo.
11 Francisco José Gómez Argüello Wirtz, noto come Kiko Argüello, (León, 9 gennaio 1939), è un pittore e catechista spagnolo, cofondatore del Cammino Neocatecumenale nel 1964.
12 San Francesco d’Assisi, al secolo Giovanni di Pietro di Bernardone, (Assisi, 1181/1182 – Assisi, 3 ottobre 1226), è un religioso e poeta italiano, diacono e fondatore dell’ordine che da lui prende il nome, Ordine Francescano. È canonizzato da papa Gregorio IX nel 1228. È proclamato patrono principale d’Italia da papa Pio XII il 18 giugno 1939.
Pubblicazione:
Domenica 29 dicembre 2024, 08:30
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