Il dono del tempo
«Non si può recuperare il tempo perduto.
Si può solo fare meglio in futuro».
Ashley Ormon,
giornalista e fotoreporter contemporanea statunitense.
L’antica cultura greca chiama kronos la natura quantitativa e cronologica del tempo, indicando il succedersi di secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni, secoli, millenni, ecc..
Il celebre proverbio «Il tempo è denaro», che deriva dalla traduzione letterale del modo di dire britannico «Time is money», è prerogativa della nostra società tanto produttiva e opulente quanto consumistica, tumultuosa e frenetica.
Utilizziamo male, molto spesso, il tempo che abbiamo a disposizione e ci lamentiamo che trascorra troppo in fretta. È, invece, importante saper gestire il nostro tempo con ponderata razionalità e trarne il massimo profitto, considerando la breve durata della nostra vita terrena, definita ancora dalla remota cultura greca aiòn.
Il tempo acquista il suo valore peculiare nel nostro incontro con Dio che dona senso e significato alla vita, stabilendo il momento della nostra nascita e morte (Qo 3,2) e determinando la durata dell’esistenza (Sir 17,2).
Davide, re d’Israele, scrive: «Ecco, di pochi palmi hai fatto i miei giorni, / è un nulla per te la durata della mia vita. / Sì, è solo un soffio ogni uomo che vive» (Sal 39,6). L’apostolo Giacomo evidenzia che siamo «come vapore che appare per un istante e poi scompare (Gc 4,14).
I musicisti ci fanno notare che la musica è l’arte più intimamente connessa al tempo, perché entrambi sono impermanenti: ogni suono ha una sua esistenza effimera che si dissolve nello spazio dell’esecuzione e dell’ascolto.
Sempre l’antica cultura greca chiama kairòs la natura qualitativa del tempo, ovvero l’abilità soggettiva, l’occasione propizia, di fare le cose giuste al momento opportuno.
Quando impieghiamo bene il nostro tempo pratichiamo un’arte oltre che una virtù.
Mosè, profeta ebraico, così prega il Signore: «Insegnaci a contare i nostri giorni / e acquisteremo un cuore saggio» (Sal 90,12).
Il poeta romano Publio Ovidio Nasone insegna a non dissipare «il tempo che divora ogni cosa», quel tempo, scrive l’apostolo Paolo, che «si è fatto breve» (cfr. 1 Cor 7,29).
Un noto proverbio italiano, d’origine popolare, sostiene che «Chi ha tempo non aspetti tempo».
Ritroviamo e riappropriamoci del nostro tempo:
riconquistando momenti e tempi, come leggiamo nel Qoelet sapienziale biblico (cfr. Qo 3,1–15);
vivendo in modo libero, creativo e sereno (cfr. Gal 5,13);
trasformando in nuovo ciò che è vecchio (cfr. Is 43,18–19);
investendolo in altruismo (cfr. Gal 6,2).
Pubblicazione:
Lunedì 11 novembre 2024, 20:00
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