Luomo: da tarlo del mondo a “farfalla” di riscatto?

 

«Il tarlo sta nascosto e fa danno».

Proverbio della tradizione italiana.

 

Ho ammirato, ieri, un autentico capolavoro artigianale, realizzato tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700: un prestigioso mobile da salotto in noce.

 

Il noce è un legno semiduro, resistente a flessione e ben lavorabile;

è pesante, con alburno biancastro o leggermente giallognolo e durame bruno o bruno cupo, talvolta tendente al grigio o con variegature nerastre, la cui area muta da albero ad albero. La tessitura è media e la fibratura generalmente dritta.

 

Il legno è un materiale naturale, caldo, vivo, soggetto a mutamenti causati da condizioni ambientali, quali umidità, calore e luce, e dall’azione degli agenti biologici, come i diversi tipi d’insetti.

 

Ho notato infatti, osservando attentamente l’antico manufatto, numerosi piccoli e medi fori operati del tarlo del legno.

 

Ricordo ancora ciò che, esattamente trent’anni fa, ho letto riguardo ai tarli, a causa di un’infestazione, in minima parte, a quattro delle nove porte interne in noce tanganica, in uso a casa dei miei genitori.

 

Il tarlo del legno è un minuscolo insetto xilofago marrone, di forma allungata, di specie diverse, appartenenti tutte al gruppo di coleotteri;

è caratterizzato da un ciclo vitale che comprende le forme di larva, pupa e adulto;

si stanzia nel legno, soprattutto nel noce, fonte di nutrimento e luogo sicuro per lo sviluppo della propria specie mediante la deposizione delle uova;

dalle uova fuoriescono le larve con aspetto vermiforme, biancastre e dotate di piccole zampe le quali, al termine della loro metamorfosi biologica che può durare anche anni, mutano radicalmente fino a diventare piccole farfalle.

 

Gli adulti somigliano a minuti scarabei e, come tutti i coleotteri, posseggono le elitre, ali anteriori fortemente indurite e spesse, visibili solo se essi volano, perché nascoste sotto gli scudi dorsali.

 

Il coleottero infestante non mangia il legno in forma omogenea in quanto preferisce alimentarsi dell’alburno, parte più chiara, rispetto al durame, parte più scura.

 

Il tarlo, solo nella sua fase larvale, ingerisce amido e cellulosa, parte nobile del legno, scavando lunghe gallerie con un rosicchiamento ritmico o ticchettio, che deteriora i manufatti dal loro interno;

il suo incessante e segreto lavoro è visibile, ormai, quando l’irreparabile danno strutturale ed estetico è avvenuto.

 

Ci accorgiamo della presenza in casa dei tarli adulti:

dai piccoli fori di sfarfallamento che praticano sulla superficie del legno verso l’esterno, normalmente tra giugno e agosto, dai quali fuoriescono per abbandonarlo e cercare individui di sesso opposto per riprodursi;

dalla relativa rosura, fine polverina quasi impalpabile al tatto, costituita da legno e piccole feci marroncine, che troviamo in prossimità dei prodotti danneggiati.

 

Il tarlo del legno, insomma, non lo consideriamo un insetto del tutto simpatico per i suoi effetti deleteri.

 

Simili al tarlo del legno, però, possiamo essere anche noi che, spesso, ci riveliamo come la creatura animale più perversa, capace di nefandezze mostruose.

 

Siamo analoghi al tarlo quando:

manifestiamo invettiva, maldicenza, volgarità, ipocrisia, meschinità e inganno;

alimentiamo invidia, gelosia, manipolazione, sottomissione e odio;

generiamo guerre, provocando efferatezze, atrocità e sofferenze;

devastiamo il creato, alterandone l’armonia.

 

È con questi comportamenti errati che il buio più mesto incombe su di noi.

 

Non possiamo assolutamente arrogarci il diritto di dominare tutti e tutto, sentendoci potenti e superiori agli altri, pensando d’essere padroni assoluti della nostra vita e del mondo.

 

Vladimir Sergeevič Solov’ëv1, importante filosofo russo, scrive che «L’uomo non può mai essere uguale a un animale: o si eleva e diventa migliore, o sprofonda in basso e diventa molto peggiore».

 

Helena Bonham Carter2, celebre attrice britannica, ci ricorda di stare «Attenti alla mediocrità perché è il tarlo della mente. Dobbiamo lottare contro di essa o s’insinuerà in tutto ciò che facciamo»3.

 

Il salmista è più esplicito: «Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, / il figlio dell’uomo, perché te ne curi? / Davvero l’hai fatto poco meno di un dio / di gloria e di onore lo hai coronato. / Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, / tutto hai posto sotto i suoi piedi» (Sal 8,5–7).

 

A differenza del tarlo del legno, dunque, dobbiamo ravvederci convertendo i nostri cuori con un percorso di crescita personale e ottenere un radicale cambiamento che ci faccia abbandonare ogni comportamento esiziale.

 

Riscopriamo le autentiche virtù:

umiltà, concordia e condivisione di passioni, paure, dolori, conquiste e sconfitte della vita, cancellando ogni vanità e narcisismo vanesio;

 

riconquistiamo i valori:

sacrificio, privazioni e povertà, valorizzando la bellezza dell’essere felici con poco.

 

Ricordiamoci che la letizia, semplicemente, è vivere sereni con se stessi e gli altri;

tessiamo relazioni sane, appaganti ed empatiche, colme d’amore, gioia, ascolto, attenzione e dialogo, improntate a rapporti di fiducia, speranza, stima e gratitudine.

 

Non dimentichiamo la preziosa esortazione che Gesù ci rivolge: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12). Non rimaniamo sordi a quest’importante invito;

testimoniamo l’amore di Cristo attraverso l’accoglienza e la contemplazione da donare copiosamente a tutti.

 

Non viviamo di situazioni brutte che avvelenano la nostra anima, ma trasfiguriamo la nostra vita in circostanze belle che, sempre, ci rendono armoniosi, garbati ed eleganti.

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1 Vladimir Sergeevič Solov’ëv, (Mosca, 28 gennaio 1853 – Uzkoe, 13 agosto 1900; 16 gennaio 1853 – 31 luglio 1900 nel calendario giuliano), è un filosofo, teologo, poeta, e critico letterario russo.

2 Helena Bonham Carter, (Londra, 26 maggio 1966), è un’attrice britannica, in Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet, film prodotto nel 2013 e diretto da Jean–Pierre Jeunet (Roanne, 3 settembre 1953), regista, sceneggiatore e produttore cinematografico francese.

 

 

Pubblicazione:

Giovedì 31 ottobre 2024, 20:30

 

 

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