Il commiato di papà
«Ai tuoi fedeli, o Signore,
la vita non è tolta, ma trasformata;
e mentre si distrugge la dimora
di questo esilio terreno,
viene preparata un’abitazione eterna nel cielo».
Dal Prefazio dei defunti I,
in Messale Romano1
La nostra vita terrena ci riserva giorni felici e giorni di dolore e lacrime:
«Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo» (Qo 3,1).
Oggi pomeriggio accompagniamo mio padre, da ieri mattina addormentatosi nella pace di Cristo, all’incontro con il misericordioso Altissimo, attraverso la Celebrazione Eucaristica con il Rito delle Esequie e la successiva tumulazione al cimitero.
Ancora oggi, e nei prossimi giorni, vedrò piangere mia mamma, mia sorella e mio cognato con i loro bambini, mio fratello con la sua fidanzata, i miei nonni materni, i miei zii e cugini materni e paterni, altri familiari, tanti amici e conoscenti:
continuiamo a piangere e pregare tutti insieme, oggi come ieri, domani come oggi nella Santa Messa del terzo giorno e, così ancora, nei prossimi giorni, perché c’è «Un tempo per piangere… un tempo per fare lutto» (Qo 3,4);
«Sono nato piangendo mentre tutti ridevano e morirò ridendo quando tutti piangeranno», afferma James Douglas Morrison 2.
È il percorso naturale della vita di ciascuno:
«C’è un tempo per nascere e un tempo per morire» (Qo 3,2);
«Niente è sicuro fuorché la morte», ci ricorda Lucio Anneo Seneca3.
Anche noi credenti e praticanti, che abbiamo fede nella vita eterna, soffriamo profondamente per il distacco da una persona cui vogliamo molto bene e altrettanto, nella stessa circostanza, quando vediamo soffrire le persone cui vogliamo tanto bene.
Accade anche a Gesù che, pervaso da compassione, si commuove profondamente e scoppia in pianto quando, a Betania, vede piangere Maria e i giudei per la morte del suo amico Lazzaro (cfr. Gv 11,32–35), pur sapendo che, a breve, deve risuscitarlo (cfr. Gv 11,38–44).
Il pianto rassegnato è la nostra unica reazione possibile dinanzi all’impotenza del male e della morte corporale, che ci suscita paura e angoscia.
Il nostro stato d’animo costernato e mesto, contestualmente, è confortato dalla sola e sicura speranza che mediante il nostro Battesimo in Cristo Gesù siamo divenuti partecipi del Suo mistero pasquale:
siamo sepolti insieme a Lui nella morte per risorgere, come Lui, a vita nuova (cfr. Rm 6,3–4).
Il nostro estremo saluto è un arrivederci in attesa di vedere cieli e terra nuova (cfr. Is 65,17; 66,22; cfr. Ap 21,1) e, insieme alla Beata Vergine Maria, ai Santi e al venerabile Domenico Blasucci4, riunirci nella Gerusalemme celeste, dov’è asciugata ogni lacrima dai nostri occhi, non c’è più la morte, il lutto, il lamento e l’affanno (cfr. Ap 21,2–4) ma la vita eterna, nell’amore e nella gioia che, sempre, ci ha uniti su questa terra.
Questa è la nostra vita.
Questa è la nostra fede.
Questa è la nostra morte.
A Dio, carissimo papà.
Ruvo del Monte, 8 settembre 2014.
Festa della Natività della Beata Vergine Maria.
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1 Confrenza Episcopale Italiana, Messale Romano, Riformato a norma dei Decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II e promulgato da Papa Paolo VI, Edizioni Pastorali Italiane S.r.l., Istituto Grafico Bertello in Borgo San Dalmazzo, marzo 1973, Distribuzione a cura della Libreria Editrice Vaticana – Città del Vaticano, pag. 355.
2 James Douglas Morrison, detto Jim, (Melbourne, 8 dicembre 1943 – Parigi, 3 luglio 1971), è un cantautore e poeta statunitense.
3 Lucio Anneo Seneca, (in latino Lucius Annaeus Seneca; Corduba, 4 a.C. – Roma, aprile 65), è un filosofo, drammaturgo e politico romano.
4 Venerabile Domenico Blasucci, (Ruvo del Monte, 5 marzo 1732 – Materdomini di Caposele, 2 novembre 1752), è uno studente professo della Congregazione del SS. Redentore. È proclamato venerabile da papa san Pio X il 23 maggio 1906.
Per informazioni sul venerabile Domenico Blasucci si veda il sito web www.domenicoblasucci.it.
Pubblicazione:
Domenica 8 settembre 2024, 00:00
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