Nel ricordo di Angelo Raffaele Salvante

 

«La morte non è la più grande perdita nella vita.

La perdita più grande è quello che muore dentro di noi mentre viviamo».

Norman Cousins,

giornalista, scrittore, docente e pacifista statunitense,

(Union City, 24 giugno 1915 – Los Angeles, 30 novembre 1990).

 

Alcune persone le incontriamo per caso, altre percorrono affettuosamente la vita accanto a noi, in amorevole silenzio, senza fare scalpore.

 

Questi ultimi individui, sia che ci sono stati vicini per poco o per molto tempo, lasciano nella nostra vita un vuoto incolmabile, ma il loro benevolo ricordo rimane indelebilmente impresso nei nostri cuori per la rara bellezza di virtù e nobiltà d’animo.

 

Una di queste persone è Angelo Raffaele Salvante, di cui oggi ricorre il primo anniversario della sua dipartita.

 

Angelo Raffaele Salvante è una persona dai nomi e dal cognome importante, significativi in senso etimologico e, probabilmente, in senso profetico:

il primo nome è splendore e soavità dell’angelo che assiste e serve Dio;

il secondo nome, accrescitivo del primo, è quello di uno dei tre arcangeli che preserva la trascendenza e il mistero di Dio;

il cognome evoca l’azione di salvataggio, soccorso e recupero.

 

Conosco Angelo Raffaele nella sua Calitri, in provincia d’Avellino, quando, adolescente, frequento l’Istituto Statale d’Arte e lui lavora in banca a Firenze. Nel capoluogo toscano fonda e dirige la rivista Il Dibattito per il sindacato bancario, nel quale diviene segretario provinciale e regionale oltre che operatore pastorale parrocchiale, come da giovanissimo nel suo paese natale. Nel periodo estivo, sempre, c’incontriamo a Calitri e, nel corso dell’anno, spesso colloquiamo al telefono.

 

Rientra nel suo borgo irpino, dopo la quiescenza, e ci frequentiamo con assiduità, condividendo la fede, il reciproco dono di libri, la passione per la lettura e la scrittura. I nostri gradevoli incontri si caratterizzano per il confronto e la riflessione su diverse tematiche, affrontate durante alcune passeggiate lungo il corso di Calitri, in qualche pranzo o cena, ricorrenza genetliaca o in ridenti trasferte. Non mancano le arricchenti conversazioni telefoniche settimanali della domenica, fino a quando la sua salute lo permette.

 

Parlo a telefono con lui l’ultima volta circa un paio di settimane prima del suo decesso e personalmente, a casa sua, nella mia ultima visita nei giorni che precedono le festività natalizie del 2023; in questa lieta circostanza ricevo la preziosa testimonianza di due espressioni bibliche: «La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede» (Eb 11,1), per chi «nella legge del Signore trova la sua gioia» (Sal 1,2).

 

La consistenza di questi sacri concetti li rammento alla sua Liturgia esequiale e, ancora, li medito dinanzi la sua sepoltura, quando gli offro la mia umile preghiera.

 

Commemoro il suo meritato ricordo in modo semplice, privo di dettagli, rispettando lo stile sobrio di Angelo Raffaele e lo condivido in queste righe, come Il Calitrano, la sua encomiabile pubblicazione di salvaguardia dell’identità e della memoria, fa per oltre quarant’anni.

 

Angelo Raffaele, in seguito al drammatico evento tellurico del 23 novembre 1980 che devasta una parte della Campania e della Basilicata, istituisce un giornale cartaceo, denominato Il Calitrano, per custodire ambiente, dialetto, storia e tradizioni del suo luogo natio, contribuendo a restaurare e consolidare una comunità già da decenni in frantumi a causa dell’emigrazione e della relativa crisi demografica.

 

La descrizione di documenti, proverbi, modi di dire, canti, sonetti, giochi, tradizioni, folklore, mestieri, ricordi, ricorrenze, personaggi, soprannomi, movimento demografico, recensioni di libri, fotografie e considerazioni personali, manifestate con onestà intellettuale, costituiscono il periodico:

dal 1981 al 1995 bimestrale realizzato in formato tabloid e dal 1996 al 2024 quadrimestrale prodotto in formato rivista compreso l’ultimo numero

della serie, edito dopo la sua morte e disponibile solo sul sito web de Il Calitrano, come i centoventicinque numeri precedenti.

 

Le copie del giornale spedite nel mondo principalmente ai calitrani, unici sostenitori del bollettino con offerte volontarie, permettono di rafforzare i loro legami e quelli con la propria comunità d’origine, favorendo il dibattito su problemi sociali come se, virtualmente e vivacemente, ripopolassero vicoli, rioni e piazze di Calitri.

 

Angelo Raffaele, investendo i suoi risparmi, pubblica anche diversi volumi, approfondendo alcuni argomenti trattati nel suo periodico, da noi sempre attesi per la raffinata cura e puntualità descrittiva.

 

Fonda, nel 2010, dirige e anima per diversi anni il Centro Studi Calitrani, con l’intento di riunire amici di generazioni diverse e, costantemente, riproporre un’idea di cultura legata allo sviluppo e alla promozione umana, in quella visione antropologica che considera il territorio non solo come spazio geografico, ma come insediamento abitativo, sociale, intellettuale e produttivo, che si sviluppa e che muta.

 

Il Centro Studi Calitrani, inoltre, è sede de Il Calitrano, susseguendo quella casalinga di Firenze, è biblioteca fornitissima di volumi su ogni branca del sapere, rigorosamente rivestiti con il cellophane trasparente, ed è emeroteca. Sarebbe molto significativo e bello che questa prestigiosa istituzione, elargita generosamente ai suoi concittadini per accrescere l’incontro socio–culturale, fosse intitolata alla sua illustre e imperitura memoria.

 

La vita di Angelo Raffaele è offerta d’amore, segno della Grazia di Dio, affinché altri siano nella gioia e nell’abbondanza: questa è per noi la sua preziosa testimonianza ed eredità.

 

Angelo Raffaele è riservato e discreto, saggio e colto: plurititolato, in ambito laico e religioso, non ama mai vantarsi dei suoi studi che svolge per tutta la vita. È  marito e padre esemplare; è persona mite, equilibrata e ambiziosa; è accogliente, garbato e gentile con tutti; è dispensatore di consigli, ricercato, amato e stimato, punto di riferimento nella verdeggiante e radiosa alta e bassa irpinia.

 

Sono infinitamente grato e riconoscente ad Angelo Raffaele per il dono dell’amicizia, per la trasmissione di tante conoscenze collegate tra le varie discipline, per me fonte d’ispirazione e di stimolazione alla ricerca e allo studio e, altresì, onorato per avermi pubblicato un testo su Il Calitrano nel 2001 e per aver scritto la prefazione ad una pubblicazione che ho curato nel 2007.

 

L’idealismo incisivo e l’allegria, l’entusiasmo e la grinta, la dedizione e l’esempio lungimirante della vita di Angelo Raffaele Salvante, infondano nuova energia e rinnovato coraggio a tutti noi e, soprattutto, ai giovani, principali eredi del presente e artefici del futuro.

 

Ruvo del Monte, 14 febbraio 2025.

 

 

Pubblicazione:

Venerdì 14 febbraio 2025, 18:00

 

 

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