La neve
«La neve è una poesia.
Una poesia che cade dalle nuvole in fiocchi bianchi e leggeri.
Questa poesia arriva dalle labbra del cielo, dalla mano di Dio.
Ha un nome. Un nome di un candore smagliante. Neve».
Maxence Fermine,
scrittore francese,
(Albertville, 17 marzo 1968).
Il pittoresco paese di Ruvo del Monte innevato, con i suoi colli, le toppe, le vallate e i boschi, è un luogo incantato ed incantevole, uno spazio senza tempo, dove l’atmosfera è gelida e, come scrive il poeta italiano Giovanni Pascoli1 in Nevicata, «l’aria brulica di bianco».
È uno scenario idilliaco, dove ogni rima della natura è unita in armoniosa e festante danza:
i fiocchi di neve eseguono sia una sublime sinfonia che una piroettante coreografia e, dal bianco cielo, discendendo in minuscoli cristalli di ghiaccio trasparenti, o in grandi bioccoli, formando la soffice e candida coltre, spesso abbagliante.
Dipingere la neve, dono fondamentale per irrigare la terra, fecondarla e farla germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia (cfr. Is 55,10), non è semplice perché, in teoria, è solo bianca, ma scrutandola con occhi attenti ci manifesta una tenue policromia.
Realisti, impressionisti e paesaggisti, come pochi artisti nella storia, eccellentemente hanno raffigurato la neve con giochi di luci radenti e ombre colorate, ottenendo uno straordinario insieme di luminosità.
Con gratitudine e riconoscenza li ricordiamo:
Jean Désiré Gustave Courbet2, Jacob Abraham Camille Pissarro3, Alfred Sisley4, Oscar–Claude Monet5 e Gustave Caillebotte6.
Il fantastico spettacolo della nevicata è una delle soavi espressioni della natura, una delle melodiose poesie della nostra vita, uno dei nobili palpiti di sensibili emozioni, gradevole fulcro di serenità e felicità nello sconfinato viaggio dei nostri sensi…
«La natura non è altro che una poesia enigmatica», sostiene il celebre pensatore francese Michel Eyquem de Montaigne7;
la Sacra Scrittura ci rivela che «I cieli narrano la gloria di Dio» (Sal 19,2) e che «dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore» (Sap 13,5).
La natura, costantemente, riesce a trasmettere sensazioni di tranquillità e armonia nella nostra società caotica, frenetica e disordinata, spesso forviata verso il nulla;
la natura invece, con fine dovizia, ci richiama alla meditazione e alla meraviglia, invitandoci ad osservare il mondo con occhi nuovi e a riconoscere la magnificenza del creato in ogni dettaglio, grande o piccolo.
Rispettiamo, dunque, e amiamo la natura nel suo mistero, coltivandola e custodendola (Gn 2,15).
Ruvo del Monte, 13 gennaio 2025.
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1 Giovanni Pascoli, (San Mauro Pascoli, fino al 1932 San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 – Bologna, 6 aprile 1912), è un poeta e critico letterario italiano.
2 Jean Désiré Gustave Courbet, (Onans, 10 giugno 1819 – La Tour–de–Peliz, 31 dicembre 1877), è un pittore francese, esponente del realismo.
3 Jacob Abraham Camille Pissarro, (San Thomas–Isole Antille, 10 luglio 1830 – Parigi, 13 novembre 1903), è un pittore francese, tra i maggiori esponenti dell’impressionismo.
4 Alfred Sisley, (Parigi, 30 ottobre 1839 – Moret–sur–Loing, 29 gennaio 1899), è un pittore di famiglia inglese, che ha sempre operato in Francia.
5 Oscar–Claude Monet, (Parigi, 14 novembre 1840 – Givemy, 5 dicembre 1926), è un pittore francese, considerato uno dei fondatori dell’impressionismo in Francia.
6 Gustave Caillebotte, (Parigi, 19 agosto 1848 – Gennevilliers, 21 febbraio 1894), è un pittore francese.
7 Michel Eyquem de Montaigne, (Bordeaux, 28 febbraio 1533 – Saint–Michel–de–Montaigne, 13 settembre 1592), è un filosofo, scrittore, aforista e politico francese.
Pubblicazione:
Lunedì 13 gennaio 2025, 23:30
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